Il Vino Marsala
 
 

Il VINO MARSALA è il più vecchio dei vini italiani e il suo nome proviene dalla città omonima che in arabo significa "porto di Allah". Oltre due secoli fa, nel 1773, il commerciante di Liverpool John Woodhouse organizzò la prima spedizione di Marsala dal porto di Trapani verso l'Inghilterra, caricando il suo brigantino con settanta pipe di vino (ogni pipa corrispondeva a circa 420 litri ). Sempre Woodhouse fondò il più antico stabilimento enologico siciliano: il Baglio (cioè il "cortile") della tonnara del Cannezzo. 
  Gli inglesi, con il passare del tempo, apprezzarono sempre di più le spedizioni di Marsala e il governo britannico volle addirittura che la flotta comandata da Nelson ne avesse a disposizione 500 botti all'anno; dopo la vittoria di Nelson contro Napoleone a Trafalgar, il Marsala ricevette il titolo di "Vicory Wine". Nel 1806 un altro imprenditore inglese, Benjamin Ingham, fondò il secondo stabilimento di produzione e nel giro di 20 anni conquistò i mercati di Germania, Russia, Stati Uniti, America Latina e Australia

 
                                           

Produzione
   Il territorio ed il clima mediterraneo sono favorevoli alla coltivazione della vite. La viticoltura del trapanese è tra le più antiche dell'isola (sono stati trovati vasi vinari del periodo compreso tra l'VIII e il VI secolo a.C.); già nel 300 a .C. il porto di Marsala era un importante centro di scambio con i paesi dell'Egeo, con il Nord Africa e con la Spagna. La vite e il culto di Dioniso furono importati in Sicilia dai Greci, conoscitori della coltivazione "ad alberello" (che non lasciava crescere le piante più di 70- 80 cm ) e dei migliori sistemi di potatura; le uve coltivate con i loro sistemi erano ricche di zucchero, e i vini avevano un alto grado alcolico e un profumo delicato. 
  Il Marsala è il loro diretto discendente. I vitigni ad uva bianca che originano questo vino sono il Grillo, il Catarratto, l'Inzolia e il Damaschino; per il tipo rubino si usano invece le nere Pignatello, Calabrese e Nerello Mascalese. La zona di produzione è quella della provincia di Trapani (escluse le isole e il comune di Alcamo), dove si arriva ad una resa di 80-100 quintali per ettaro. Gli stabilimenti (i "bagli") sono formati da magazzini che si sviluppano al pian terreno intorno ad un cortile rettangolare; la loro larghezza è quasi sempre di 12 metri (per permettere la disposizione di 4 serie di botti da 20-25 ettolitri), la lunghezza varia a seconda dell'importanza dello stabilimento. Il ciclo di produzione parte dalla raccolta e pigiatura dell'uva; a seconda dell'utilizzazione del mosto fresco si ottengono i diversi tipi di Marsala. 
I vari metodi di conservazione sono la fermentazione, l'alcolizzazione e la cottura; i vini vengono poi fatti invecchiare per diversi anni in fusti e tini di rovere. Seguono la decantazione e la filtrazione e la refrigerazione; solo a questo punto i vini sono pronti per l'imbottigliamento. Il Marsala è prodotto e imbottigliato da una ventina di aziende grandi e piccole, alcune delle quali possono anche essere visitate. Oggi il Marsala è venduto in 35 Paesi.

 
               
       
   
             

Come fare il vino: Il vino è il prodotto della fermentazione alcolica, in presenza o in assenza di vinacce, che viene operata dai lieviti (presenti nella buccia dell'acino). Il succo contenuto nell'acino si trasforma da liquido zuccherino in liquido alcolico, atttraverso delle reazioni chimiche. 
  Il vino è una bevanda antichissima, che solo con il passare del tempo è stato affinato per mezzo di tecniche di vinificazione sempre più sofisticate; è un prodotto dell'uomo e della natura, quest'ultima da sola produrrebbe solo aceto ...! Non viene usato solo come bevanda, ma in numerose preparazioni culinarie, alle quali dona profumi e sapori deliziosi.
Tra i numerosissimi componenti del vino ve ne sono alcuni minori che sono responsabili delle funzioni positive che un buon bicchiere di vino può svolgere nel nostro organismo. Piccole quantità svolgono una funzione di stimolazione ed attivazione della digestione, contrastano l'insorgenza di calcoli biliari, stimolano la diuresi; il potassio presente nel vino tonifica e stimola i muscoli, migliora la circolazione, soprattutto i vini rossi, che abbassano il colesterolo favorendo la produzione del cosiddetto colesterolo buono. 
  Infine l'alcol etilico fluidifica il sangue (dalla letteratura medica) , aiuta a prevenire l'insorgenza di malattie cardiovascolari, stimola le difese immunitarie e l'invecchiamento cellulare perché alcune sostanze antiossidanti combattono i radicali liberi, in più da gioia all'organismo visto che l'alcol etilico in piccole quantità può fungere da parziale antidepressivo. Vista così sembrerebbe una bevanda miracolosa, ma fate attenzione alle quantità , per cui vi consigliamo le quantità giornaliere indicate che sono 4 o 5 bicchieri per l'uomo e 2 o 3 per la donn a

 
 

Imbottigliatura:Quando tutto ormai sembra finito e viene spontaneamente pensare che gli accorgimenti siano terminati, è ancora necessario fare attenzione alla conservazione del prodotto in bottiglia. Bisogna considerare che un ambiente umido è lo stato ideale per la formazione di muffe e funghi, quindi, nel caso in cui le bottiglie non vengano poste in orizzontale, si rischia di trovarsi di fronte ad un vino che "sa di tappo" (se il tappo è immerso nel vino i parassiti non si sviluppano). 
  Importante per la corretta conservazione del vino è anche la temperatura del locale dove vengono conservate le bottiglie. La temperatura ideale per un vino bianco è di circa 14 gradi mentre se si superano i 21° si riduce la vita organolettica dello stesso. 
  E' quindi importante sottolineare che se si possiede del vino bianco e non si dispone di un locale adeguato alla sua conservazione è conveniente berlo quanto prima. Quanto detto per il vino bianco vale anche per spumanti e champagne: non lasciate mai una buona bottiglia per un'occasione particolare, rischiate una figuraccia !!!      

             
 
       
           
     
 
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